Non avevo mai pensato di far parte di una minoranza.
Prima di avere Martino, il mio essere lesbica era fondamentalmente un fatto privato. Certo, gli amici e i parenti stretti sapevano, grossi problemi dovuti alla mia omosessualità non ne avevo avuti, per cui il non avere certi diritti non mi toccava troppo.
Anche il non potermi sposare non era un grosso ostacolo visto che comunque, anche se fossi stata etero, non credo mi sarei sposata.
Ma… è nato un bimbo e questo ha cambiato tutto.
La mancanza di diritti e di riconoscimento della coppia e del genitore elettivo sono una spada di Damocle e i vari documenti redatti per tentare di colmare il vuoto legislativo in realtà sono solo un palliativo.
Per la prima volta ho capito che significa far parte di una minoranza non tutelata dalla legge.
Ma allo stesso tempo ho provato l’incredibile leggerezza della visibilità totale, perché la pancia non si poteva nascondere. E cosí da fatto privato il mio essere lesbica è diventato fatto pubblico, che ha investito tutti i miei parenti, gli amici, i conoscenti ed anche semplici sconosciuti, gli inquilini del palazzo in cui abitiamo e ancora i colleghi di lavoro.
E investirà un numero sempre maggiore di persone, per il semplice fatto che Martino ha 2 mamme e perché quando la gente per strada mi ferma per dirmi quant’è bello e resta basita quando scopre che ha solo 4 mesi e allora si sente in dovere di commentare: “Ma allora deve aver preso dal papà” si sente rispondere: “Non lo so, non ha un papà, perché l’ho avuto con la mia compagna da donatore anonimo!”
Per la prima volta da quando ho capito di essere omosessuale, grazie a Martino posso vivere la mia vita di coppia alla luce del sole, con chiunque, e questo mi/ci ha dato una tranquillità e una felicità nonché una leggerezza che non credevamo possibili.
Tanto da non capire perché abbiamo aspettato cosí tanto!
O meglio: la paura di non essere accettate e capite nel nostro progetto di vita di coppia prima, e di maternità poi, sommata ad un po’ di omofobia interiorizzata faceva si che ci bastasse vivere allo scoperto solo con chi e quando lo volevamo.
Avevo giá partecipato ad altri Pride, ma questo (Bologna Pride 2012) è stato il primo con Martino, il primo con FA e soprattutto il primo in cui abbia concretamente fatto qualcosa tanto da sentirlo un po’ davvero mio.
Mi ha dato la voglia di fare di piú, di espormi di piú, e di pretendere di piú.
C’era Paola Concia in sfilata, abbiamo sentito le ennesime promesse di Bersani.
L’anno scorso alla Festa dell’Unità non ricordo se a Scalfarotto o a Concia chiesero perchè noi gay dovevamo continuare a votare il PD nonostante le tante promesse mai mantenute. La risposta fu che altri non c’erano che avrebbero portato avanti la battaglia per il riconoscimento dei nostri diritti.
Forse è vero, di sicuro né la Lega né il PDL faranno qualcosa, ma personalmente non credo che il PD riuscirà ad attenere qualcosa, sono cosí poco uniti e ci sono cosí tante correnti al suo interno che non riusciranno mai ad accordarsi…
Credo invece che sia arrivato il momento che le maggiori associazioni omosessuali si decidano una buona volta a mettere in pratica una forma condivisa e forte e con buona risonanza mediatica di disobbedienza civile, che si faccia sentire e che pesi davvero in campagna elettorale prima e sul voto effettivo poi.
Immagino qualcosa tipo il rifiuto di prendere le schede, no non andando a votare, ma presentandosi al seggio e facendo mettere a verbale che Tizio si è presentato al seggio, ma non vota perché non rappresentato dalle liste o dai candidati.
Se si riuscisse a coordinare affinché chi aderisce a questa campagna si presenti nei seggi tutti alla stessa ora, tipo a mezzogiorno che è un orario di massima affluenza, si creerebbe un disagio generalizzato senza mettersi al di fuori della legge.
E dato che una buona parte degli omosessuali vota a sinistra, il PD dovrebbe preoccuparsi…
Certo, un’azione del genere implica la visibilità e il metterci la faccia, ma se non pretendiamo e non ci prendiamo noi i nostri diritti, nessun altro ce li darà, ed è molto meglio metterci la faccia che perderla!
Bene…spero di non essere stata troppo confusa e contorta.
Buona notte a tutt*,
Elisa