Dopo la decisione del tribunale civile di Milano di imporre al Comune di rettificare l’atto di nascita di una bambina registrando all’anagrafe entrambi i padri, il sindaco Giuseppe Sala ha dichiarato di aver fermato le trascrizioni delle famiglie con due padri perché “bisogna trovare certezze che i certificati siano a posto”, parlando di “un tema sensibile” che va affrontato “non solo dal punto di vista legale, ma anche morale”, e tenendo conto delle “sensibilità diverse” all’interno della giunta. Il sindaco ha anche dichiarato di essersi fermato, nei mesi precedenti, in attesa di indicazioni da parte del precedente governo.
Abbiamo profondo rispetto per il sindaco, ma gli facciamo notare che stiamo parlando di certificati di nascita di Stati come il Canada e gli Usa, su cui mai prima d’ora nessuno aveva mai sollevato dubbi riguardo l’autenticità, e che inoltre mai prima d’ora Milano si era preoccupata di anticipare decisioni del governo nazionale, anzi si è sempre fatta un vanto di anticipare il riconoscimento dei diritti sul proprio territorio: Milano città dei diritti.
Più preoccupante ancora, e totalmente incongruo rispetto alla prima parte della dichiarazione, il riferimento a “una questione morale”, che evidenzia le pressioni subite dall’amministrazione. È morale trincerarsi dietro questioni burocratiche e ideologiche per impedire a bambini e bambine milanesi di essere tutelati nella loro identità, attraverso il pieno riconoscimento dei loro genitori?
Siamo disposti a spiegare e raccontare una, dieci, cento volte al sindaco Sala le scelte delle nostre famiglie e le nostre storie, se ce ne darà l’opportunità. Siamo convinti e convinte che scoprirà un mondo ben diverso da quello che una campagna ideologica e martellante sta veicolando.
Quello che non possiamo accettare è che si discrimino i minori per un giudizio morale sulle scelte di vita dei loro genitori.
Questo è un Paese che ha eliminato le ultime discriminazioni tra figli legittimi e naturali (nati fuori dal matrimonio) solo nell’ultimo decennio: non vogliamo tornare a una stagione in cui i giudizi morali diventano metro per discriminare e negare diritti di minori comunque incolpevoli. Chiediamo a Sala un atto di coraggio: mantenga fede alle promesse e dimostri con i fatti che Milano è realmente una città dei diritti per tutti. Riconosca tutte le famiglie arcobaleno, come già stanno facendo molti Comuni e come gli impongono di fare i Tribunali.
Ufficio stampa
Famiglie Arcobaleno
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