L’emendamento, fortemente sostenuto dal partito di Viktor Orban Fidesz, è passato con 140 voti favorevoli e 21 contrari e prevede anche l’uso del riconoscimento facciale per tracciare e schedare i partecipanti ai pride o ad altre manifestazioni LGBTQIA+. Questo vuol dire di fatto mettere fuorilegge il movimento LGBTQIA+ e farlo inchiodando questo divieto alla Costituzione ungherese.
La motivazione politica sarebbe come al solito una fantomatica difesa dell’infanzia: “I diritti dei bambini allo sviluppo morale, fisico e spirituale prevalgono su qualsiasi altro diritto fondamentale diverso dal diritto alla vita, incluso quello di riunirsi pacificamente”. Dimenticando che anche le persone LGBTQIA+ sono genitori e che le persone piccole e giovani possono non riconoscersi come eterosessuali e cisgender. Ma soprattutto scrivendo, nella Costituzione di un paese membro dell’UE, che le persone LGBTQIA+ con la loro sola esistenza sono un pericolo per l’infanzia: questa si chiama demonizzazione e caccia alle streghe, e sappiamo che è da sempre l’anticamera di persecuzioni, arresti e stermini.
L’emendamento stabilisce anche che il sesso di una persona alla nascita “è una caratteristica biologica e può essere maschile o femminile” eliminando così il diritto delle persone trans*, intersex e non binarie a vedersi riconosciute nella loro identità di genere.
Alessia Crocini presidente di Famiglie Arcobaleno dichiara: “È una storia che già viviamo nella Russia di Putin e nella Turchia di Erdogan dove ormai le retate e le violenze contro le persone LGBTQIA+ non vengono neanche più nascoste. È un copione che stiamo vedendo negli USA di Trump dove la comunità trans* viene attaccata ogni giorno. Lo viviamo come famiglie arcobaleno in Italia con la legge Varchi contro la gestazione per altri, le cancellazioni dei certificati dei nostri figli e figlie, e le imposizioni di Salvini sulle carte di identità che vogliono cancellarci dalla realtà del paese. E sappiamo che queste non sono iniziative estemporanee ma fanno parte di piani sovranazionali come Agenda Europa che dal 2013 promuove posizioni estremiste di stampo conservatore da trasformare in leggi in ogni Paese.”
La Storia ci insegna che per ridurre le libertà democratiche di un Paese si inizia sempre colpendo le minoranze e spesso la maggioranza dei cittadini tende a non rendersene conto, anzi ne è quasi compiaciuta perché la propaganda gli ha insegnato a odiarle quelle minoranze: persone LGBTQIA+, migranti, attivist* per il clima, donne che chiedono pari diritti e pari opportunità. E quando anche i diritti della maggioranza vengono attaccati o eliminati è troppo tardi per reagire.
L’Italia da che parte della Storia e della democrazia deciderà di sedersi? A giudicare dalle azioni politiche italiane, come l’approvazione del DDL Sicurezza, dalle infiltrazioni dei gruppi di integralisti cattolici e dalle relazioni del Governo Meloni con Trump, Milei, Putin e Orban, la risposta, purtroppo, viene da sé.
Obiettivi Agenda Europa
- Cancellare leggi su unioni civili, matrimonio egualitario e contro i crimini d’odio, approvare leggi per proibire la “propaganda omosessuale” (ed è quello che sta già avvenendo), criminalizzare le relazioni e i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso (come sta succedendo in alcuni paesi africani proprio grazie alle pressioni e ai finanziamenti di associazioni tradizionaliste come Family Watch);
- esaltare, finanziare e imporre per legge un unico modello familiare favorendo il matrimonio, attraverso la detassazione e altre leggi sociali, incentivando lo studio privato domestico in ogni paese;
- rendere illegale la gestazione per altri. In Italia questo obiettivo è già stato raggiunto con la legge Varchi;
- cancellare i programmi di educazione sessuale, affettiva e contro gli stereotipi di genere nelle scuole;
- cancellare i finanziamenti alle associazioni per i diritti delle persone LGBTQIA+ e alimentare la propaganda contro le loro iniziative;
- ridurre i diritti delle donne vietando la vendita di contraccettivi, criminalizzando l’aborto, vietando la diagnostica prenatale e la fecondazione in vitro, cancellando le leggi contro il femminicidio e le politiche di pari opportunità;
- ridurre i diritti e le libertà personali di tutta la cittadinanza su base religiosa vietando le leggi sul fine vita, abolendo tutte le leggi a favore dell’eguaglianza, cancellando le leggi sul divorzio.