Più di 40 tra bambini e bambine rischiano di perdere legalmente una delle due mamme per l’ottusa ostinazione di questo governo che ha impugnato le decisioni del Tribunale di Padova che avevano dichiarato inammissibili i ricorsi della Procura volti a cancellare dai loro atti di nascita una delle due mamme.
Il Ministero dell’Interno – tramite l’Avvocatura distrettuale dello Stato – e la Procura generale di Venezia hanno presentato reclamo alla Corte d’appello di Venezia contro i 39 decreti dei giudici civili di Padova.
E ancora una volta ci troviamo a dover difendere i figli e le figlie delle famiglie arcobaleno dagli attacchi sempre più feroci e diretti che questo governo sta ponendo in essere nel tentativo di cancellare le loro realtà familiari.
È per questo motivo che le associazioni Famiglie Arcobaleno e Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI+ hanno unito le forze per rispondere a questo attacco senza precedenti del governo, puramente ideologico e discriminatorio.
“La decisione del Ministero dell’Interno di impugnare con diversi reclami i decreti pronunciati dal Tribunale di Padova rivela in maniera chiara e inequivocabile la linea del Governo Meloni, ovvero quella di un vergognoso accanimento contro le nostre famiglie volto a negare e cancellare i diritti dei nostri figli e delle nostre figlie – afferma la presidente di Famiglie Arcobaleno Alessia Crocini . “È indegno che in un paese fondatore dell’UE le forze politiche al Governo attacchino dei minori invece di trovare risposte e soluzioni a un vuoto normativo ormai ingiustificato e ingiustificabile”.
“Gli avvocati e le avvocate di Rete Lenford e del Gruppo Legale di Famiglie Arcobaleno hanno depositato una difesa unitaria per tutti i procedimenti, chiedendo ai Giudici di inviare gli atti alla Corte costituzionale” – aggiunge Vincenzo Miri, presidente di Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI+. “Abbiamo sempre denunciato in ogni sede i gravissimi limiti della stepchild adoption, che non offre la giusta e piena tutela ai bambini e alle bambine. Di fronte all’assordante silenzio del Parlamento, auspichiamo ora che la Corte veneziana interroghi la Consulta, perché i bambini non possono più subire gli effetti di posizione politiche puramente ideologiche e discriminatorie”.
La battaglia continua, dunque, nei tribunali mentre dovrebbe essere risolta dalla politica, come già sollecitato dalla Corte Costituzionale. L’urgenza è avere una legge sul riconoscimento alla nascita dei figli e delle figlie delle famiglie omogenitoriali, non proporre reclami contro decisioni che legittimano e garantiscono quei percorsi.
Lunedì 10 Giugno dalle 9 saremo in aula in Corte d’appello di Venezia e dalle 11.30 in piazza Santa Lucia per il sit-in.