La CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) ha condannato l’Italia per aver violato sistematicamente per 4 anni i diritti di una bambina nata grazie a un percorso di Gestazione per Altri fatto in Ucraina.
Alla bimba, figlia di una coppia eterosessuale, sono stati negati dalla nascita i diritti fondamentali: il riconoscimento del suo status di cittadina italiana, la sua composizione famigliare, il rapporto con i suoi genitori. Per 4 anni l’Italia gli ha negato una vita dignitosa trattandola di fatto da apolide, pur essendo figlia di due cittadini italiani.
Lo stesso trattamento riservato alle coppie di papà che affrontano percorsi di GPA in USA e Canada, e che una volta in Italia si vedono negare le trascrizioni dei certificati di nascita esteri.
Mentre l’Italia discute una legge vergognosa come la PDL Varchi che vorrebbe criminalizzare la gestazione per altri anche se fatta all’estero, la CEDU giudica colpevole il nostro stato di aver violato il diritto alla vita familiare e privata della piccola Sonia, condannandolo anche al risarcimento dei danni. Auguriamo a Sonia, ai suoi genitori e a tutte le famiglie che si formano grazie a percorsi di GPA, una vita felice e di poter vivere presto in un paese rispettoso di tutte le formazioni famigliari.