In vista del Congresso mondiale delle famiglie che vedrà planare su Verona tra il 29 e il 31 marzo il peggio della destra estremista, maschilista, e trans-omofoba mondiale, diverse trasmissioni televisive ci stanno chiedendo di raccontare le nostre vite nelle puntate che andranno in onda nei prossimi giorni. Abbiamo chiesto ai nostri soci e alle nostre socie di rifiutarsi di farlo. Il personale è politico, ma il privato non è pubblico, ci ha insegnato Emma Bonino.
Da quasi vent’anni abbiamo scelto la piena visibilità come strategia politica, ma non possiamo accettare che la nostra esistenza diventi tema di dibattito in talk show feroci dove intervengono persone che dicono e pensano cose orrende. Non è tutto uguale e le idee di chi ci vorrebbe cancellare dalla faccia della Terra non sono un’opinione legittima da mandare in onda in nome del pluralismo.
Il Congresso mondiale delle famiglie a Verona è una vergogna che combattiamo in piazza, il 30 marzo. È quella la nostra testimonianza, a fianco delle femministe, degli attivisti Lgbt+, dei difensori dei diritti civili e di tutt* coloro che credono in un Paese più inclusivo e giusto.
La logica dei talk show, cinque minuti a testa omofobi contro difensori dei diritti civili perché un’opinione vale l’altra, è una legittimazione di discorsi d’odio che non possiamo accettare.
Ufficio stampa
Famiglie Arcobaleno
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